mercoledì 8 febbraio 2017

La morte non è giusta

La morte non è giusta.
Questo lo sappiamo. Io poi l'ho imparato bene. Ha rincorso e decimato buona parte dei miei cari.
Ma a volte lo è, se possibile, ancor meno.
Non si cura dell'età, degli affetti, non fa distinzioni.
Correvi con quel pallone tra le gambe, sul prato del "Francioni", che si concedeva a noi in quelle estati di vent'anni fa. Per disputare quei tornei di calcio vero, su un campo vero, uno stadio, per sognare.
Eravamo spesso rivali in quelle occasioni. La mia squadra, io da dirigente ovviamente - il calcio posso solo guardarlo con le capacità tecniche che mi ritrovo - e tu invece da fuoriclasse quale eri.
Stavi in squadra con "Lui", il matto, che strillava sempre il tuo nome con quella voce grossa e quella intonazione da nomade gitano ormai stanziale e panzuto:"FACCOO!"
Ci divertivamo ad imitarlo tutti. Era diventato un tormentone. Ogni estate.
Con la maglia del Campo Boario poi ci hai fatto sognare.
Un sorriso che camminava, una poliedricità ed una voglia di vivere innate.
Questo sarai per me. Per sempre.
La morte non è giusta, Stavolta lo è stata ancora meno...
Addio amico mio, Stefano Facco.

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